Scopri cos’è l’obsolescenza programmata dei vestiti: cause, effetti e soluzioni per una moda più sostenibile e consapevole.
Perché i vestiti perdono valore così rapidamente? Scopri tutto sull’obsolescenza programmata: cause, effetti e soluzioni per una moda più sostenibile. In questo articolo, esploreremo il fenomeno ispirandoci alle riflessioni di Fuori moda! di Matteo Ward.
L’origine dell’obsolescenza programmata nella moda
L’obsolescenza programmata è una strategia che induce a considerare un prodotto, come un capo d’abbigliamento, “superato” o “non più desiderabile” nonostante sia ancora funzionale. Nel caso della moda, non si tratta di un deterioramento materiale, ma di un cambiamento nelle tendenze o negli standard estetici, che spinge a sostituire i vestiti per adeguarsi alle nuove “regole” dettate dal mercato, alimentando un ciclo di consumo continuo.
Secondo Matteo Ward nel libro Fuori moda!, tale meccanismo affonda le radici nel 1678, in Francia, sotto Luigi XIV. Insieme al ministro Colbert, il Re Sole introdusse le stagioni della moda (primavera/estate e autunno/inverno), decretando che gli abiti sarebbero diventati “fuori moda” ogni stagione. L’obiettivo era incentivare i nobili a rinnovare il guardaroba due volte l’anno, garantendo entrate costanti alle casse statali.
Colbert, ritenuto il primo “CFO della moda”, paragonò questo sistema a una vera e propria miniera d’oro per l’economia francese. Attraverso illustrazioni e riviste, la corte imponeva regole su come vestirsi, trasformando l’abito da espressione d’identità a strumento di profitto.
Questo modello, nato nel Seicento, è alla base del ciclo di sovrapproduzione e sovraconsumo che domina l’industria della moda odierna, evoluto nella fast fashion moderna.
Come si manifesta?
L’obsolescenza dei vestiti non è un fenomeno unico, ma si manifesta in diverse forme, ognuna con caratteristiche e cause specifiche. Possiamo distinguere principalmente due tipi di obsolescenza: fisica e percepita (o emotiva).
- L’obsolescenza fisica si verifica quando un capo si deteriora a causa di materiali scadenti, lavorazioni approssimative o manutenzione insufficiente. Maglie che si sformano, cerniere rotte o colori sbiaditi sono esempi comuni, spesso legati alla fast fashion.
- L’obsolescenza percepita, invece, riguarda il valore emotivo del capo. Un vestito può essere considerato “superato” solo perché non è più di tendenza, anche se è ancora in perfette condizioni.
Come sottolinea Ward: “L’obsolescenza percepita è uno dei motivi principali per cui i vestiti vengono sostituiti prima del necessario, anche quando sono ancora perfettamente indossabili. È un meccanismo che sfrutta il nostro bisogno di adeguarci alle tendenze, spingendoci a consumare di più.”
Come combattere l’obsolescenza programmata dei vestiti?
Per contrastare questo fenomeno, l’autore propone strategie pratiche e consapevoli:
- Ripensare le abitudini di acquisto: Acquistare solo ciò che serve, evitando impulsi, e preferire negozi fisici per scelte più ragionate.
- Allungare la vita dei vestiti esistenti: Riparare, trasformare o scambiare capi danneggiati, riscoprire abiti dimenticati e prendersene cura con lavaggi e manutenzione adeguati.
- Richiedere trasparenza e responsabilità ai brand: Scegliere marchi che garantiscono stipendi dignitosi e pratiche sostenibili, chiedendo chiarezza sulla filiera produttiva.
- Usare il potere d’acquisto in modo consapevole: Sostenere brand etici e ambientali, evitando di finanziare logiche di sovrapproduzione e greenwashing.
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L’obsolescenza programmata dei vestiti è un fenomeno complesso, con radici storiche profonde e conseguenze significative per l’ambiente e la società.
Contrastare il fenomeno è possibile! Ripensando le nostre abitudini di acquisto, allungando la vita dei vestiti esistenti e scegliendo brand trasparenti e responsabili, possiamo contribuire a un futuro della moda più sostenibile. Scopri come fare acquisti con maggiore attenzione e inizia a trasformare il tuo guardaroba in una risorsa sostenibile.