Come leggere le etichette dei vestiti: Guida completa

Scopri come leggere le etichette dei vestiti per acquisti sostenibili. Materiali, sigle e certificazioni spiegate in modo semplice. Diventa un consumatore consapevole!

Acquistare capi sostenibili inizia dall’etichetta. Purtroppo, simboli, sigle e codici possono confondere. In questa guida scoprirai materiali, certificazioni, abbreviazioni e le red flag da evitare per una moda etica.

Etichetta che mostra il simbolo della sostenibilità posta su un capo

Cosa trovi sulle etichette dei vestiti?

Le etichette contengono informazioni chiave per valutare l’impatto ambientale e sociale di un capo. Ecco cosa guardare:

Materiali: 

  • Fibre naturali: Cotone (bio o convenzionale), lana, lino, canapa.

  • Fibre sintetiche: Poliestere, nylon, acrilico (derivati dal petrolio). ll poliestere, ad esempio, rilascia microplastiche nei lavaggi, mentre il cotone bio richiede meno pesticidi.

  • Sigle particolari: Es. TENCEL™ (lyocell sostenibile), ECONYL® (nylon rigenerato).

Simboli di cura:

  • Lavaggio: Temperature, uso della lavatrice.

  • Asciugatura: Simboli con cerchio quadrato.

  • Ferro da stiro: Puntini per la temperatura.

Origini:

  • Made in…: Indica il Paese di produzione.

  • Attenzione ai Paesi con normative ambientali e sociali deboli (es. Bangladesh, Cambogia).

  • Da preferire la filiera corta (es. “Made in UE” o “Produzione locale”) per ridurre l’impatto del trasporto.

Etichetta intelligente

Certificazioni da cercare (e quelle da cui diffidare)

Ecco le sigle che garantiscono sostenibilità:

  1. GOTS (Global Organic Textile Standard): Garantisce cotone bio, processi a basso impatto e condizioni di lavoro eque.
  2. OEKO-TEX®: Assicura l’assenza di sostanze tossiche (es. metalli pesanti, ftalati).
  3. Fair Trade Certified: Focus su salari dignitosi e diritti dei lavoratori.

Altri esempi: BCI (Better Cotton Initiative), cotone coltivato con meno acqua e RWS (Responsible Wool Standard), lana da allevamenti etici.

Red Flag! Assenza di certificazioni o diciture vaghe come “eco-friendly” senza prove.

Confronto tra etichette non certificate, come '100% Bio', e marchi ufficiali riconosciuti, come USDA Organic e Fairtrade, per aiutare a identificare il greenwashing e distinguere le dichiarazioni ambientali autentiche da quelle ingannevoli

Sigle e codici: Cosa significano?

Ecco le abbreviazioni più comuni:

  • PFC-Free: Senza sostanze perfluorurate (inquinanti persistenti).

  • RCS (Recycled Claim Standard): Materiali riciclati verificati.

  • GRS (Global Recycled Standard): Riciclo + criteri sociali e ambientali.

Esempio pratico:
Un’etichetta con “100% Organic Cotton GOTS” garantisce cotone bio e processi sostenibili.

Ogni sigla decifrata e ogni certificazione riconosciuta (come GOTS o OEKO-TEX) sono passi verso una moda che rispetta le persone e l’ambiente.

Attenzione però alle trappole: termini come “sostenibile” o “naturale”, senza certificazioni, spesso nascondono greenwashingQui trovi una guida per smascherare queste strategie.

Ricorda: un capo davvero responsabile non ha segreti!

5 passi etichette

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